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Visualizzazione dei post da febbraio, 2023

La cosmologia e il fondamento delle leggi

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Secondo il raconto del Timeo, l'origine dell'ordine presente nell'universo risale a una divinità buona, intelligente e priva di invidia, il demiurgo . Prima il mondo era solo una materia indeterminata e caotica (la chóra), caratterizzata da un continuo movimento. Vi era un contrasto tra quest'ultima e il Bene che regna nel mondo ideale. Fu il Demiurgo a decidere di rendere quel mondo Caotico il più simile possibile a quello delle idee. Spesso nel Timeo e nelle Leggi viene sottolineato vi sia una contrapposizione tra “intelligenza” e “necessità” (ananke). La necessità è tutto ciò che è dato e non deriva dalla libera scelta, come la natura, il caso, la fortuna, le passioni etc. L’intelligenza invece rappresenta la ragione, la scienza, la conoscenza, o generalmente, ciò che proviene dallo spirito. Grazie alla mescolanza di quest’ultime è avvenuto il passaggio dal caos al cosmo. Successivamente, il demiurgo, compiaciuto della sua opera, volle rendere il cosmo ancora più bel

Il mito della caverna

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 Per chiarire il percorso conoscitivo che l'uomo deve sforzarsi di compiere per giungere al vertice della sapienza filosofica, Platone nella Repubblica espone il mito della Caverna. Secondo questo mito platonico, gli esseri umani sono come prigionieri incatenati fin dalla nascita in una caverna e sono costretti a guardare verso la parete di fondo, volgendo le spalle all’entrata.  Dietro di loro la caverna si apre verso la luce, con un fuoco che brucia a una certa distanza. Tra il fuoco e i prigionieri c’è un muro, sottile e basso. Dietro al muro passano persone che portano statue, figure di animali, vasi e altri oggetti fabbricati in legno o in pietra, facendoli sorgere al di sopra del muro.  I prigionieri automaticamente ne vedono soltanto le ombre proiettate sul fondo della caverna. Poniamo il caso che uno di essi, liberato dalle catene, fosse costretto ad alzarsi, a voltarsi e a camminare volgendo gli occhi verso la luce. In un primo momento sarebbe ancora portato a ritenere che

La visione politica e il problema educativo

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La conoscenza del bene è sufficiente per la realizzazione di una società giusta? Platone crede che al vertice della vita politica debbano essere posti i filosofi, cioè coloro i quali, dopo un lungo e faticoso percorso di formazione, siano giunti a contemplare l'idea del Bene e quindi siano in grado di trasferirne la perfezione nella società.  Per chiarire tale concezione egli elabora nella Repubblica un modello di Stato ideale che è strutturato in tre classi, corrispondenti alle tre parti dell'anima:  i governanti, i quali svolgono una funzione di comando e sono guidati dall'anima razionale i guerrieri, che hanno funzione di difesa militare e sono dominati dall'anima irascibile i lavoratori, che hanno il compito di provvedere ai bisogni materiali e in cui prevale l'anima concupiscibile  La giustizia, che rappresenta la virtù più importante, coincide con l'armonia e l'equilibrio che si ottengono quando tutte le componenti dello Stato svolgono il ruolo che è l

La dottrina etica: l'anima, l'amore e la virtù

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Per Platone il Bene rappresenta il vertice del mondo ideale , ed è il principio supremo dell'armonia e dell'ordine che regna nell'universo . È proprio il bene ad essere il modello per l'anima umana. Infatti, collegando i due concetti, Platone, come aveva già fatto Socrate, afferma l'obiettivo dell'essere umano sia quello della cura dell'anima . L'anima ha la stessa natura delle idee e conserva la nostalgia per la dimensione da cui proviene; è un vero e proprio principio spirituale, una sostanza semplice e incorporea, prigioniera di un corpo da cui deve progressivamente purificarsi attraverso la conoscenza.  Platone ne dimostra l'immortalità attraverso diversi argomenti e le attribuisce una struttura divisa in:  un' anima razionale , che prevale negli uomini saggi e conoscenti un' anima irascibile , che domina nei guerrieri, qualificati dal coraggio un' anima concupiscibile , che caratterizza gli uomini comuni, dediti ai piaceri dei sensi

La concezione della conoscenza

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Secondo Platone una conoscenza razionalmente fondata e autentica è possibile basandosi sulla teoria delle idee, i quali criteri sono assoluti e stabili, sconfiggendo automaticamente il relativismo dei sofisti. Ma come si può prevenire alla conoscenza delle idee eterne ed immutabili? Per affrontare il problema gnoseologico (cioè della concezione di conoscenza) il filosofo riprende la dottrina orfica della reincarnazione delle anime. Questa afferma che, prima di nascere (nel senso di incarnarsi), l'anima umana, essendo di natura divina, viveva nel mondo ideale. Qui poteva contemplare le idee e aveva una piena conoscenza di tutto.  È durante la incarnazione che l'anima subisce un 'trauma' e dimentica tutto ciò che sapeva. Più avanti la conoscenza si risveglia a contatto con le cose sensibili, che sono presenti nel iperuranio.  Questo vuol dire che, per Platone, conoscere è ricordare , l'esperienza sensibile non apporta a nulla di nuovo, ma ha la funzione accessoria di

La teoria delle Idee

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Socrate nella sua ricerca era arrivato a stabilire l'anima diventi buona e virtuosa attraverso la conoscenza: se questa dunque conosce il bene nelle varie circostanze, è incapace di commettere del male. Platone inizia la sua ricerca da questo punto, ponendosi il problema di stabilire che cosa siano il bene e i valori assoluti a cui un sapiente debba ispirarsi e in che modo possa conoscerli.  Innanzitutto Platone riconosce i sensi non consentono di pervenire a un'idea unica e oggettiva del bene, poiché sono soggettivi e ognuno può percepirli in modo differente. Sostiene tuttavia l'esistenza necessaria di criteri di verità validi per tutti e indipendenti dalle singole esperienze sensibili. Solo attraverso l'esistenza di un'idea assoluta, per esempio, del bene, è possibile giudicare le cose, senza sarebbe impossibile pronunciare affermazioni aventi lo stesso significato per ognuno. Tali parametri sono costituiti dalle Idee, criteri di conoscenza e causa e fondamento de