La cosmologia e il fondamento delle leggi




Secondo il raconto del Timeo, l'origine dell'ordine presente nell'universo risale a una divinità buona, intelligente e priva di invidia, il demiurgo. Prima il mondo era solo una materia indeterminata e caotica (la chóra), caratterizzata da un continuo movimento. Vi era un contrasto tra quest'ultima e il Bene che regna nel mondo ideale. Fu il Demiurgo a decidere di rendere quel mondo Caotico il più simile possibile a quello delle idee.

Spesso nel Timeo e nelle Leggi viene sottolineato vi sia una contrapposizione tra “intelligenza” e “necessità” (ananke). La necessità è tutto ciò che è dato e non deriva dalla libera scelta, come la natura, il caso, la fortuna, le passioni etc. L’intelligenza invece rappresenta la ragione, la scienza, la conoscenza, o generalmente, ciò che proviene dallo spirito. Grazie alla mescolanza di quest’ultime è avvenuto il passaggio dal caos al cosmo.

Successivamente, il demiurgo, compiaciuto della sua opera, volle rendere il cosmo ancora più bello e simile al mondo ideale ed eterno a cui si era ispirato. Non potendo creare nulla di eterno in un mondo fisico soggetto alla trasformazione continua, egli realizzò il tempo. Questo è "un'immagine mobile dell'eternità", e lo collegò al movimento regolare degli astri in cui è inscritto il destino degli uomini. Senza questo non sarebbe agli uomini possibile organizzare la propria vita. Il tempo racchiude tre tempi (passato, presente e futuro) e imita l'eternità con un presente costante. 


Secondo Platone Dio abbinò ciascuna anima a ciascun astro, affinché la prima potesse usufruire della seconda per viaggiare nell'universo e conoscerne le leggi. Gli astri sono considerati divini poiché in loro è stato collocato il Bene: nel movimento circolare e regolare degli astri vi è il segno inconfondibile della perfezione del Bene supremo.

Di questi argomenti il filosofo parla nel Timeo, un'opera che si pone in continuità con le Leggi, in cui Platone descrive una minuziosa legislazione che mira a controllare ogni aspetto della vita dei cittadini, al fine di realizzare anche nella società l'ordine divino che regna nel cosmo. In questa fase egli sostituisce all'utopia del governo ideale (delineata nella Repubblica) una concezione più realistica e disincantata, incentrata sulla forza delle leggi, alle quali attribuisce una duplice funzione: repressiva e educativa.

Nel primo libro delle Leggi vi è un mito in cui Platone paragona l'uomo ad una marionetta.

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