La visione politica e il problema educativo
La conoscenza del bene è sufficiente per la realizzazione di una società giusta? Platone crede che al vertice della vita politica debbano essere posti i filosofi, cioè coloro i quali, dopo un lungo e faticoso percorso di formazione, siano giunti a contemplare l'idea del Bene e quindi siano in grado di trasferirne la perfezione nella società.
Per chiarire tale concezione egli elabora nella Repubblica un modello di Stato ideale che è strutturato in tre classi, corrispondenti alle tre parti dell'anima:
- i governanti, i quali svolgono una funzione di comando e sono guidati dall'anima razionale
- i guerrieri, che hanno funzione di difesa militare e sono dominati dall'anima irascibile
- i lavoratori, che hanno il compito di provvedere ai bisogni materiali e in cui prevale l'anima concupiscibile
- la timocrazia; il governo degli uomini che pongono al vertice della considerazione l'onore e non la Sapienza
- l'oligarchia; regime fondato sul Censo, in cui solo i ricchi hanno potere, mentre i poveri non hanno diritto ad accedere ai posti di comando
- la democrazia; tendono a prevalere l'individualismo, l'anarchia e la sfrenata libertà
- la tirannia; la peggiore in quanto il tiranno, una volta preso il potere con forza, è costretto a liberarsi di ogni persona saggia e intelligente, affinché non ci sia nessuno che gli contraddica
Nella Repubblica Platone descrive il lungo percorso di formazione del governante/filosofo (mirabilmente rappresentato nel celebre Mito della Caverna), , che culmina nello studio della filosofia. L'arte è esclusa dal curricolo, in quanto diseducativa. Innanzitutto, essa propone modelli di comportamento immorali; inoltre, allontana dal vero, essendo «imitazione di imitazione»; infine, avvince l'animo e attenua la sua capacità di giudizio. Al fondo di tutti gli argomenti platonici emerge la volontà di affermare la superiorità della ragione.
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