Gorgia ❤️❤️❤️❤️❤️

Gorgia nacque a Lentini, in Sicilia, tra il 485 e il 480 a.C. Fu discepolo di Empedocle e di altri iniziatori storici della retorica. Nel 427 a.C. venne mandato ad Atene come ambasciatore della sua città per ottenere aiuti militari nella guerra contro Siracusa. Fu qui che ottenne grande successo grazie alle sue capacità oratorie, influenzando la produzione letteraria delle scuole di retorica.


 Il relativismo dei valori, portando con sé la possibilità di più discorsi sulla medesima azione, inevitabilmente mostra una frattura tra la realtà ed il linguaggio. Gorgia seguendo tale principio si sgancia da ogni criterio di verità di tipo universale e afferma sia il discorso ad essere tutto. Elogia la parola come una forza conquistatrice.

Cosi Gorgia arriva a sostenere una forme di "scetticismo metafisico" secondo cui non esiste nulla di oggettivo; dovessero le cose esistere, non sarebbe possibile per l'uomo conoscerle, pensarle o comprenderle; se anche fossero conoscibili, non potrebbero venir comunicate agli altri, poiché il mezzo di comunicazione è la parola e questa non può mai identificarsi con la realtà.

Gorgia sostiene che:

  • l'essere non esiste perché la sua esistenza implicherebbe una serie di contraddizioni logiche 
  • se anche esistesse non potremmo conoscerlo, perché il pensiero non rispecchiala realtà (infatti possiamo pensare cose inesistenti)
  • se anche fosse conosciuto non potrebbe essere comunicato attraverso le parole, che hanno una natura diversa rispetto alle cose
il linguaggio è un gioco, che affascina e conquista, è una forza ammaliatrice che permette di dominare e influenzare i sentimenti degli uomini

 

Se finora i filosofi, con ottimismo, cercavano, attraverso alla ragione, a dare un senso al mondo, per Gorgia  l'esistenza è irrazionale e misteriosa e gli uomini non sono ne liberi ne responsabili: sono soggiogati da forze ignote e incontrollabili come il fato, il caso, le passioni o la forza persuasiva delle parole che li incanta e induce in errore. Afferma questa tesi all'interno della sua celebre opera Encomio di Elena

Elena e Paride rappresentati su un cratere (vaso)
L'intento di tale orazione è quello di dimostrare l'innocenza di Elena, moglie di Menelao, che sottomessa dall'amore per Paride lo segue a Troia scatenando la guerra. Gorgia si immedesima in un presunto avvocato di Elena e argomenta la sua innocenza attraverso quattro possibili spiegazioni, potrebbe aver agito

  1. per decreto degli dei o della necessità
  2. sotto la pressione della violenza fisica
  3. perché persuasa dalle parole di Paride
  4. perché vinta dalla passione amorosa
Elena quindi non può essere condannata, essendo il suo comportamento frutto di un condizionamento che la priva del libero arbitrio e ne esclude la responsabilità (come diremmo ad oggi: non aveva capacità di intendere o di volere)

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