Protagora

" L'uomo è misura di tutte le cose; delle cose che sono in quanto sono e delle cose che non sono in quanto non sono"

 Questa celebre affermazione di Protagora può venir interpretata in vari modi, a seconda del significato attribuito al termine "uomo";

  1. "il singolo individuo": le cose appaiono diverse a seconda dei punti di vista soggettivi, un'azione che ad una persona può sembrare buona, all'altra può apparire cattiva
  2. "umanità", "genere umano": la percezione e la valutazione della realtà dipendono dalla particolare conformazione mentale degli uomini, che per esempio differisce da quella degli animali
  3. "civiltà", "popolo": vi è un relativismo culturale, secondo al quale le cose sono valutate in modo differente a seconda delle abitudini e delle convinzioni appartenenti alle varie civiltà

Probabilmente Protagora riteneva complementari tali punti di vista, assumendo una visione relativistica:
non esiste una verità assoluta, valida per tutti. È necessario prendere in considerazione diversi punti di vista, a seconda di colui che giudica in un determinato contesto, esiste una verità relativa. Il relativismo di Protagora non nega alcuna credenza né conoscenza, semplicemente riconduce ogni conoscenza al soggetto e ogni abitudine o credenza alla comunità politica. 

Protagora tuttavia non esclude la possibilità di stabilire un criterio di giudizio e rappresenta questo con l'utile, ovvero ciò che si concorda essere il bene del singolo e della comunità. Per raggiungere il consenso della comunità su quanto possa essere utile, la parola ha un ruolo fondamentale, è grazie a questa che nasce la possibilità di confrontare più posizioni e discutere per arrivare a conclusioni condivise.

Protagora dunque insegna l'ars retorica, ovvero l'arte della parola, l'arte di persuadere l'uditorio attraverso un linguaggio chiaro, semplice e convincente. Il suo metodo, detto metodo dell'antilogia (dal greco anti, contro, e logos, discorso), si fonda sul presupposto che ad ogni cosa sia sempre possibile addurre argomenti a favore e contrari. È d'ora in poi che nascerà l'idea che tutti siano dotati di una virtù politica e che questa possa venir perfezionata attraverso l'educazione. (<educere: il prefisso 'e' indica movimento verso l'esterno, 'ducere' guidare, tirar fuori, estrarre)

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